La proporzione del Kdp
È stata una giornata intensa. Un’intera giornata a parlare di libri, storie, autori, produzioni indipendenti e tante altre esperienze provenienti dal mondo dell’editoria ‘indie’. Tanti ospiti, tanti argomenti, tante domande, tanta partecipazione nello spazio allestito alla Rimessa dei Fiori, a Milano, per la seconda edizione di Indie Book Fest, a conferma che il tema è caldo e capace di catalizzare un entusiasmo straordinario. Quello di chi ha una storia nel cassetto e cerca l’occasione giusta per tirarla fuori, per esempio. Ma anche quello che anima tante altre esperienze nate con la digitalizzazione del sistema editoriale, come quei piccoli editori che scelgono di distribuire il loro catalogo attraverso le piattaforme online e i collettivi di autori che si organizzano per ottenere in gruppo risultati che individualmente sarebbe più complesso raggiungere.

Anche quest’anno Indie Book Fest è stato prima di tutto un momento di incontro tra i vari ‘pezzi’ che compongono il complesso mosaico della nuova editoria, per fare il punto della situazione e provare ad ampliare lo sguardo alle novità che stanno arrivando e che in parte sono già qui, come l’intelligenza artificiale.
Tra le varie cose emerse, e di cui nelle prossime settimane scriverò da queste parti, c’è un dato che ogni volta mi resta impresso. Lo ha citato Andrea Pasino, responsabile del Kindle Direct Publishing per Italia, Francia e Spagna. Era uno dei relatori del tavolo che ho coordinato io (gli altri erano Daniele Marotta della Scuola di fumetto e scrittura di Siena e Davide Radice di Indomitus Publishing). Sapendo che Amazon non fornisce numeri sulle vendite, gli ho chiesto una semplice proporzione, per capire quale dimensione il self publishing abbia raggiunto in questo momento. Mi ha accontentato. Ebbene, circa un quarto dei titoli presenti settimanalmente nella Top 100 del Kindle Store proviene dal Kdp. I libri autoprodotti sono, quindi, un quarto dei cento libri più venduti su Kindle.
Ci sarebbero tante riflessioni da fare attorno a questo dato, ma la prima che mi viene in mente è una domanda: chi ne parla di questi titoli? Mi spiego meglio: in quale giornale, inserto culturale, rivista, trasmissione o altro vi capita di sentir parlare di questi libri? Non è strano che un mondo che rappresenta un quarto dei libri più venduti sul principale negozio online di libri non sia mai citato da nessuna parte?
Ora, non voglio mettermi a urlare al komplotto!!1!, per carità. Prima di recitare la parte del rincoglionito preferisco aspettare ancora qualche anno. Mi limito solo a scrivere che tutto questo è un vero peccato. Perché dietro quei libri c’è un mondo di autori e di lettori che ha fatto una scelta per niente scontata e che, nonostante non se ne parli negli spazi in cui di solito si parla di libri, rappresenta con il suo entusiasmo una dimensione (lo ripeto: un quarto dei libri presenti nella Top100) che nessun editore, nemmeno quelli più grossi, riesce a rappresentare da solo. Non sarebbe interessante raccontarlo?
Ecco, quindi, quello che mi sembrava un buon punto per iniziare a riallacciare i fili del festival e ripercorrere un po’ quello che ne è venuto fuori. Per non perderti le prossime puntate, vai alla pagina Info e contatti e scegli il modo che preferisci per restare agganciato a questo blog. Vedrai che ne varrà la pena.